Se Ferrari trasforma i tempi d’attesa in valore, perché tanti agenti immobiliari svendono la propria professionalità con disponibilità illimitata?
C’è una scena che si ripete da decenni, con persone disposte a pagare centinaia di migliaia di euro per un’auto che ancora non hanno visto dal vivo.
Le firme arrivano prima delle consegne. Le consegne arrivano mesi (a volte anni) dopo. E più si allunga l’attesa, più cresce il desiderio.
Benvenuti nel mondo Ferrari.
Un brand che ha trasformato la scarsità in leva commerciale.
Enzo Ferrari non voleva fare automobili per tutti. Voleva creare macchine che incarnassero la vittoria, la velocità e l’esclusività. Fin dagli anni ’50, la produzione è stata volutamente limitata: non tanto per problemi tecnici, quanto per strategia di posizionamento.
Pochi modelli, selezione dei clienti, prezzi alti e mai scontati. Chi compra una Ferrari non porta a casa “solo” un’auto: entra in un club.
1987: Ferrari presenta la F40.
Ultima creatura approvata da Enzo in persona. La macchina era grezza, rumorosa, senza radio e senza comfort. Ma era anche un’opera d’arte ingegneristica.
Prezzo di listino: circa 400.000 dollari. Domanda immediata: più di 3 volte superiore all’offerta. Risultato: lista d’attesa infinita.
Molti clienti non riuscirono nemmeno ad accedere all’acquisto. E questo non indebolì il brand: lo rese ancora più desiderabile.
Ferrari ha perfezionato il concetto di scarsità programmata:
Non ti vendono un’auto: ti fanno percepire che tu devi meritare quell’auto. E quando finalmente arriva il momento della consegna, l’esperienza è teatrale: il cliente non ritira un veicolo, riceve un rito di passaggio.
Ora guardiamo al nostro settore. La realtà tipica:
Risultato: percezione di caos. Il cliente non vede professionalità, vede fretta. Non percepisce valore, percepisce disponibilità illimitata.
E sai cosa succede quando qualcosa è illimitato? Non ha più valore.
Immagina invece di ribaltare la logica:
Non stai dicendo “ti faccio aspettare per capriccio”. Stai costruendo un percorso professionale che comunica metodo, organizzazione e competenza.
La scarsità qui non è assenza di servizio: è gestione consapevole del tempo e dell’attenzione.
Caso reale: l’agente che mostrava troppo
Sydney, Australia.
Un agente immobiliare racconta orgoglioso di aver mostrato a una coppia “più di 12 immobili in tre giorni”. Risultato? Nessuna vendita.
I clienti erano confusi, spaesati, stanchi. Alla fine hanno scelto un’altra agenzia, quella che aveva organizzato una sola giornata di visite selezionate, con materiale curato e follow-up preciso.
Chi ha vinto? Non chi aveva più case. Chi ha fatto percepire più professionalità.
Molti pensano che l’AI serva solo a rispondere più in fretta. In realtà serve a rispondere meglio.
Questa è scarsità positiva: non farti trovare sempre e subito ma farti percepire come professionista che ha un metodo chiaro.
Ferrari insegna che non serve correre dietro a tutti. Serve farsi desiderare dalle persone giuste.
Nel real estate non vince chi fa più visite. Vince chi fa percepire il proprio tempo e i propri processi come risorse di valore.
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